Museo Delle Belle Arti Delle Asturie, Spagna / Francisco Mangado

Dettagli del progetto:
Località: Asturie, Spagna
Tipo: Culturale –
Area pubblica: 2.463 m² (sotto il piano terra) + 8679 m² (sopra il piano terra) = 11.142 m²
Architetti: Francisco Mangado
Team di progetto: Idoia Alonso, Luís Alves, Ricardo Ventura, Sergio Rio Tinto, Abraham Piñate, Hugo Pereira, André Guerreiro, Diogo Lacerda, Justo Lopez García arqs.
Fotografie: Pedro Pegenaute

Il progetto riguarda l’intero complesso, compreso il futuro di Palazzo Velarde e Casa Oviedo-Portale. Solo attraverso un approccio così globale può essere garantito il funzionamento ottimale di un’istituzione importante come il Museo delle Belle Arti delle Asturie.

Partendo da questa idea, il progetto prevede la realizzazione di un edificio del tutto nuovo all’interno del complesso urbano. In altre parole, la sequenza delle facciate esistenti intorno è assunta come condizione contestuale, e queste facciate assumono il ruolo di ‘sfondo’ urbano, indiscusso, contro cui erigere un nuovo edificio con una facciata propria; una facciata che si rivela, si discerne, attraverso aperture nude, totalmente senza cornice. All’esterno sarà possibile completare una grande costruzione luminosa, vetrata e ricca di riflessi, che si proietterà verso l’esterno e si sovrapporrà alla storia urbana, conferendo al nuovo Museo di Belle Arti delle Asturie un’immagine audace ma complessa.

L’altro elemento fondamentale per spiegare i rapporti dell’edificio con il contesto è il cortile interno dell’isolato. Attraverso luminose passerelle vetrate, il cortile diventa luogo di incontro e elemento di raccordo tra i vari edifici del complesso museale.

Uno sguardo alla nuova planimetria mette in luce l’importanza dei cortili, dei vuoti, nel plasmare l’intero complesso. Sia la corte di blocco – opportunamente riqualificata e inglobata nell’organizzazione del complesso – sia la corte coperta del nuovo edificio principale, che funge da grande lucernario articolando e strutturando punti di accesso ed elementi di circolazione, diventando uno spazio di riferimento per l’intero complesso, sono parti fondamentali di una proposta che amplia concettualmente e fisicamente l’attuale sede costituita dal Palazzo Velarde e dalla Casa Oviedo-Portale.

La luce è sempre importante in architettura, ma ancora di più in un museo. Naturalmente non ci riferiamo all’illuminazione artificiale, che ovviamente costituisce di per sé un progetto, ma alla luce naturale. Idealmente, la presenza di luce naturale è squisitamente sottile. E il progetto ha cercato di lavorare verso questo ideale attraverso la logica dei vuoti, siano essi i cortili a blocchi o il nucleo centrale, e attraverso la logica dei lucernari, che interessano direttamente i piani superiori.

Ci sono due elementi unici nella nuova costruzione. Una è la nuova facciata dietro quella storica che corre verso Calle de la Rúa e il suo angolo con Plaza Alfonso II. Più che una semplice facciata, si tratta di un elemento di grande intensità formale, visiva e funzionale. Da un lato sarà la nuova immagine del museo, un’immagine sempre temperata dalle realtà storiche. Modella anche la scala pubblica, che dà accesso a tutti i livelli museali, e gli ingressi a doppia e tripla altezza; spazi che dialogano con le facciate storiche nel modo in cui convergono e divergono da esse all’interno. Il progetto concentra i due periodi in questa spessa facciata e permette una visione obliqua della città esistente, dall’interno, attraverso queste facciate.

E infine, con la superficie della facciata esistente, la nuova facciata con un’elaborata finitura vetrata produce all’interno un gioco di riflessi incrociati; un’interazione tra due facciate che crea uno spazio di ricca intensità.

Unici anche nella forma sono i lucernari sul tetto, che, essendo arretrati rispetto alla linea della facciata, hanno scarso impatto sull’esterno, ma conferiscono grande qualità all’interno.

Pianta piano terra Pianta primo piano Pianta secondo piano Pianta Sezioni Sezioni